Il Fvg prima regione che opera con la telemedicina: così saranno curati a casa i malati di Covid

Iniziativa sviluppata grazie ai fondi donati dai cittadini alla Protezione civile dall’inizio dell’emergenza.

E’stato il presidente della Regione Massimiliano Fedriga a sperimentare il kit per la telemedicina durante la presentazione nella sede della Protezione Civile, che ha messo a punto il sistema insieme a Direzione centrale salute, Insiel e l’azienda Abintrax, vincitrice dell’appalto.

Dopo la sperimentazione, il sistema è stato già attivato sui primissimi pazienti in due delle tre Aziende sanitarie della regione, a breve partirà anche Asugi.

Il kit consiste in un tablet collegato via bluetooth a tre strumenti: un saturimetro, un termometro e un misuratore di pressione. I dati raccolti vengono inviati in tempo reale al medico di medicina generale con cui il paziente più relazionarsi anche in video.

L’iniziativa è valida per ogni esigenza sanitaria, ma risulta particolarmente vantaggiosa con l’attuale epidemia, perché permette di gestire a distanza i malati in isolamento. La maggior parte di loro, com’è noto, non ha bisogno di ricovero.

Il sistema può ridurre il fenomeno delle ospedalizzazioni non necessarie, ha sottolineato Fedriga. Il vicepresidente Riccardo Riccardi ha parlato della necessità di sburocratizzazione in sanità e ha citato i numerosi oneri a cui sono sottoposti i medici di medicina generale, che – ha aggiunto – talvolta non rispondono al telefono perché non ce la fanno.

I kit che saranno resi disponibili a famiglie e case di riposo sono 1500. Il sistema di telemedicina è stato sviluppato grazie ad un investimento di un milione di euro proveniente dai fondi donati dai cittadini attraverso la campagna benefica “aiutaci ad aiutare” lanciata all’inizio dell’emergenza Covid-19.

Il governatore Fedriga ha spiegato che “grazie a un lavoro di rete tra le istituzioni siamo la prima Regione a sviluppare questo tipo di progetto che dota il Friuli Venezia Giulia di uno strumento realmente innovativo, il quale verrà utilizzato anche una volta che sarà terminata l’emergenza coronavirus, valorizzando il ruolo dell’assistenza territoriale.

“L’innovazione non è solo acquistare la tecnologia, ma utilizzarla per cambiare le procedure e sviluppare nuovi processi e modalità operative basati su una vera digitalizzazione e non sulla replicazione di modelli analogici, così da portare vantaggi reali alla collettività”.

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